A Roma la riunione dei presidenti. Il punto sul lavoro fatto da OIC nell’intervento di Sandro Catta.
Buone notizie dalla Sardegna. Nell’intervento alla riunione dei presidenti degli Ordini degli Ingegneri di sabato scorso a Roma, il presidente di OIC Sandro Catta ha evidenziato alcuni sviluppi positivi dell’azione congiunta sul territorio degli Ordini sardi e dei professionisti uniti nella Rete delle Professioni Tecniche.
La prima novità positiva riguarda un bando di un’amministrazione locale che in base a una sentenza del Consiglio di Stato aveva proceduto al taglio delle tariffe professionali, «ma grazie all’intervento dell’osservatorio sui lavori pubblici della nostra Federazione – ha detto Catta – siamo riusciti a convincere l’amministrazione a bloccare questa decisione, a conferma del fatto che quando gli ordini si muovono unitariamente in strutture supportate da professionisti possono ottenere molto».
Il secondo grande risultato è scaturito dall’incontro avuto la scorsa settimana come Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna con dirigenti regionali dell’assessorato ai lavori pubblici e dai contatti con il nuovo assessore Roberto Frongia: «Con un’azione coordinata siamo riusciti a far prendere all’amministrazione un impegno importante rispetto alla società in house nata al termine della scorsa legislatura come centrale di progettazione – ha spiegato il presidente di OIC –. Ci è stato assicurato che tale entità diverrà invece una centrale di “super RUP” e non si occuperà mai di progettazione e direzione lavori, servizi per i quali si rivolgerà al mercato».
In ultimo il presidente Catta ha parlato del ruolo degli ingegneri nel settore dei beni culturali, richiamando le previsioni del Regio Decreto 23 Ottobre 1925, n. 2537 sulla specifica competenza sugli interventi squisitamente tecnici e tecnologici. È in atto una tendenza delle Soprintendenze a chiedere, in fase autorizzativa, che la direzione dei lavori sia affidata sistematicamente a un architetto e che l’impresa abbia categoria OG2: «abbiamo visionato provvedimenti di questo tipo anche per lavori eminentemente impiantistici – ha detto Catta –, nonostante per noi sia chiaro che questo non sia giustificato da alcuna norma. Taluni enti locali estendono poi impropriamente tale assunto agli interventi nei centri storici, escludendo i nostri iscritti da attività professionali per le quali hanno titolo e competenza. Riteniamo che sia necessario aprire localmente interlocuzioni di chiarezza con le Soprintendenze ed assumere una posizione a livello nazionale, per scongiurare interpretazioni distorsive della norma».