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Nove lotti per un solo operatore. La RPT scrive alla RAS: “Bloccare il bando per garantire concorrenza e partecipazione”

Un accordo quadro del valore di oltre sei milioni e mezzo di euro e della durata di quattro anni, bandito per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura ad un solo operatore economico che, di fatto, esclude tutti gli studi tecnici sardi. In una nota inviata nei giorni scorsi alla Regione Sardegna, la Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna composta dai rappresentanti degli ordini degli Ingegneri, dei dottori Agronomi e forestali, degli Architetti, dei Chimici, dei Geometri, dei Periti Agrari, dei Periti industriali, richiede di bloccare la procedura di gara in corso relativa a numerosi lavori sulla viabilità locale, per garantire in primo luogo il rispetto della concorrenza, e in seconda battuta la massima partecipazione possibile, compresa quella degli studi sardi.

L’appalto in questione, è già perfettamente suddiviso in nove lotti differenti: “appare evidente – scrivono i tecnici –  che l’accorpamento in un lotto unico di numerosi servizi perfettamente distinti e distinguibili tra loro, vada in contrasto col principio più volte enunciato dal Codice (degli Appalti ndr) in base al quale occorre garantire la massima apertura alla concorrenza, assicurando la più ampia partecipazione possibile di offerenti ad una gara”. Principi in passato ribaditi a livello di Consiglio di Stato e, a più riprese, dalle istituzioni europee. “Occorre rilevare – prosegue la nota – che, data la preferenza per la suddivisione in lotti espressa sia a livello nazionale (all’art. 51 del Codice) che europeo, la giurisprudenza amministrativa ha affermato che il principio della suddivisione in lotti può essere derogato solo in presenza di una decisione che sia “adeguatamente motivata” (Consiglio di Stato, Sez. V, n. 2044/2018)”.

Una motivazione che secondo i tecnici non è presente nel caso in oggetto, anche tenendo conto del riferimento all’economicità e all’efficienza fatto dall’Amministrazione per giustificare la propria scelta.

Da non sottovalutare, in particolare in ragione del momento che l’economia del settore sta attraversando nell’Isola, il principale effetto collaterale dell’accorpamento, ovvero quello della crescita vertiginosa dei requisiti di partecipazione alla gara.

Per partecipare, all’operatore si richiede infatti di dimostrare requisiti e di dotarsi di personale adeguato ad un servizio del valore complessivo dei compensi pari a € 8.364.180,34 (compresi i servizi opzionali), senza alcuna garanzia anche in caso di assegnazione dato che, come è noto, la Stazione Appaltante non è in alcun modo obbligata ad attivare i singoli contratti attuativi, che potrebbero risolversi nei successivi 4 anni (durata prevista dell’accordo quadro). “Se, come si immagina sia lecito per una amministrazione regionale, si vuole fare una valutazione del mercato e del panorama economico sardo – si legge ancora nella nota –, ben si intuisce che la concentrazione di tanti servizi in capo ad un unico operatore difficilmente favorirà il mercato locale”.

Per queste ragioni la Rete delle Professioni Tecniche chiede alla RAS di fermare la procedura e di ripensarla in modo non solo da adeguarsi alle norme italiane ed europee, ma anche in maniera tale da dare la possibilità agli operatori sardi almeno di prendere parte alla gara in un momento tanto difficile per la nostra economia.

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