CNI, nuovi scenari per l’ingegneria: a Santa Teresa di Gallura è in corso il Congresso Nazionale
Si chiude oggi la 64ma edizione del Congresso nazionale ospitato dall’Ordine provinciale di Sassari. Ieri l’intervento della vicepresidente OIC e componente della Federazione Sarda Denise Puddu.
Indicare agli ingegneri una strada per andare oltre. È questo il tema di fondo del 64° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, che si chiude oggi a Santa Teresa di Gallura. I lavori si sono concentrati su temi di strettissima attualità, dalle difficoltà di una una professione alle prese con le esigenze di organizzazione, mercato e concorrenza, all’approfondimento delle le nuove frontiere dell’ingegneria, analizzate con l’obiettivo di individuare le principali direttrici verso le quali si svilupperà la professione nel prossimo futuro.
«In occasione di questo 64° Congresso – afferma Armando Zambrano, Presidente CNI – ci proponiamo di fare un’ampia riflessione sulla nostra categoria, soprattutto attraverso la partecipazione attiva dei nostri delegati. Lo scopo è quello di convergere sull’avvio di un progetto di organizzazione più forte ed efficace non solo della nostra ma anche delle altre professioni, in modo da poter interloquire col mondo delle istituzioni come un’unica significativa forza sociale».
Nella giornata di ieri, incentrata sulla multidisciplinarietà come necessità fondamentale per lo sviluppo della categoria, ha visto l’intervento della vicepresidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Cagliari e componente della Federazione Sarda Denise Puddu.
«La nostra professione, oggi, ci impone di muoverci verso la multidisciplinarietà – ha detto la vicepresidente OIC –, ma non possiamo dimenticarci di un tessuto professionale che, soprattutto al Sud e in Sardegna, vede studi in gran parte formati da un singolo ingegnere. La sfida è rendere possibile agli iscritti di concentrarsi su un approccio multidisciplinare”.
E questo risulta impossibile senza affrontare il nodo dei ribassi eccessivi nelle gare.
«In questi anni la nostra dignità professionale si è persa completamente. Dobbiamo riprenderci il nostro ruolo nella società: non possiamo limitare la concorrenza ma dobbiamo trovare degli strumenti per tutelarci». Allo stesso modo, insiste la Puddu, i dipendenti di un ufficio tecnico devono avere uno stipendio adeguato alle proprie responsabilità.
«Non possiamo pensare di avere un ruolo istituzionale forte se non ci riprendiamo la nostra dignità professionale – prosegue –. In questi ultimi due anni, come Ordine di Cagliari e come Federazione siamo riusciti a fare un grandissimo lavoro in tal senso, soprattutto siamo riusciti a interloquire con la Regione e con le Istituzioni, siamo riusciti a diventare interlocutori molto forti su questo tema, ma questo va fatto a livello nazionale. Questo non è un problema solo dei giovani professionisti, ma è un problema di categoria: ridiamo gambe alla nostra professione».
Oggi il Congresso si concluderà con l’elaborazione e l’adozione di un documento programmatico che racchiuderà quanto emerso da tre giornate di intenso confronto sullo stato dell’Ingegneria italiana.